Insieme

“Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio” (At 12,5)

E’ la Parola scelta da papa Francesco per guidare il cammino di preghiera alla Vergine a cui siamo invitati ad unirci, insieme alle comunità cristiane di tutto il mondo, invocando la Vergine Maria, che insieme a Gesù prega il Padre per noi. La liturgia di questa domenica, presentandoci un passaggio del capitolo 17 del Vangelo di Giovanni attesta che Gesù prega per noi.

Siamo nell’ora della sua passione. Gesù prega il Padre: “Io prego per coloro che Tu mi hai dato, perché sono tuoi. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a Te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi». Gesù non è venuto per toglierci dal mondo.

La nostra fede non è una vocazione astratta, ma opera nella verità del reale, che bisogna attraversare come ha fatto Lui stesso: consacrando se stessi come dono d’amore che si offre per gli altri. Gesù non è salito al Padre per lasciarci soli: nel suo venire al Padre, con la preghiera e l’offerta della propria vita, porta con sé anche noi e ci presenta al Padre. Gesù è venuto per riunire i figli di Dio dispersi a motivo del male che li divide da Dio e li divide tra loro, e prega perché siano “una cosa sola”, come Lui e il Padre.

Anche in questo tempo di pandemia si è reso evidente come l’umanità sia divisa e lacerata. Avremmo dovuto mostrarci uniti per fare fronte comune a questo flagello che affligge tutta l’umanità, e invece vediamo ancora una volta la prevaricazione dei Paesi ricchi che si contendono le dosi dei vaccini, e le Nazioni povere dove si muore senza dignità, come se la vita di quegli esseri umani valesse di meno.

Avremmo dovuto – almeno noi credenti – riscattarci dall’indifferenza dentro cui conduciamo le nostre vite, ma quella carità secondo la quale “ci si salva solo insieme” è ben lungi da caratterizzare la vita quotidiana, e per i più si fa concreta e prodiga ancora soltanto nei tempi di grande emergenza.

Dovremmo impegnarci, noi che rimaniamo “nel mondo”, nella vita parrocchiale, sociale e politica per una giustizia che difenda i diritti di tutti, e per farci promotori di azioni volte a curare le ferite della società, per una reale migliore qualità della vita di tutti, e invece prevale la tendenza a curare i propri interessi o quelli di una parte a discapito del bene comune e di chi – come poveri, anziani, ammalati, rimane confinato nella propria fragilità e indigenza.

Alcuni hanno bollato l’iniziativa del papa come un’azione “magica” per strappare a Dio la grazia della fine della pandemia. Ma con questa convocazione globale alla preghiera è proprio la pandemia dell’indifferenza e dell’individualismo che si vuole vincere. Con l’aiuto di Dio e un rinnovato impegno dei credenti ad aderire alla preghiera della comunione di Gesù, ci è data un’altra occasione per imparare a vivere “al plurale” e a fare le proprie scelte di vita a partire non più dall’IO ma dal NOI, così come ci chiede il nostro Battesimo, che ci inserisce come parti vive nella comunità dei credenti, che è la Chiesa, il corpo di Cristo.

Mentre nella comunità pastorale si celebrano le messe prefestive, e un gruppo di fedeli è salito al santuario di Bondo, il papa apre il mese mariano con la preghiera alla Madonna del Soccorso, raffigurata su un’icona venerata già nel VII secolo, che si trova all’interno della basilica di san Pietro. Da lunedì, in tutte le parrocchie, ci si ritroverà a pregare il rosario con il sussidio preparato per raccogliere la preghiera mondiale ogni giorno attorno ad una particolare intenzione di preghiera. Sia che si scelga di partecipare al rosario comunitario, sia che si preghi da casa, lo faremo con la rinnovata consapevolezza di far parte del coro dei credenti, che dalla Chiesa sparsa in tutto il mondo eleva incessantemente la sua preghiera a Dio, per tornare nella vita un po’ più accesi dal desiderio di essere una cosa sola con Gesù e il Padre, e tra di noi.

don Andrea