Insieme

Comunione per la missione

“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Eccole qui le ragioni della nostra comunione. Se dobbiamo vivere nell’unità non è perché, fatti i conti in tasca, il bilancio quadra meglio a essere solidali tra noi. Non è un bisogno tattico, non è un fatto di calcolo o di convenienza: la comunione nella Chiesa non è riducibile ad una scelta furba derivante dalla considerazione che stare insieme, lavorare insieme, camminare insieme produce di più sul piano della resa pratica. Pensiamo a cosa diciamo mentre tracciamo il segno della croce sul nostro corpo?

La Chiesa è l’immagine della Santissima Trinità, perché nasce dall’alto: è una cosa divina, non umana. La Trinità è/sono persone. Non cifre. Non codici fiscali. Non numeri di matricola apposti sulle casacche delle nostre tute da lavoro. E l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio è persona, ciascuno originale. Non siamo oggetti venuti fuori in serie da uno stampo! Nella Trinità sono persone uguali. Ecco motivata l’insistenza della Chiesa quando annuncia l’uguaglianza: davanti a Dio siamo tutti uguali! Nel senso che non ci sono uomini di serie A e uomini di serie B. E’ il mistero trinitario che ci interpella ogni volta che scorgiamo segni di ingiustizia nella cronaca quotidiana.

E’ il mistero della Trinità che ad ogni uomo imprime il sigillo dell’uguaglianza con Dio. E’ questo il senso del racconto simbolico della creazione dell’uomo del libro della Genesi. Da uno solo, ecco i due, maschio e femmina, chiamati ad essere fedeli alla loro origine, l’essere uno. In questo sta la somiglianza con Dio uno e trino. «Nessuno si salva da solo» ci è stato detto in diversi contesti più volte in questa pandemia. Dove sono andati a finire i buoni propositi e i proclami sulla diffusione mondiale dei vaccini? Se le varianti continuano a minacciare la tanto sospirata libertà dalla pandemia è perché nelle zone povere del mondo mancano le cure adeguate.

L’immagine dell’adulterio di cui si parla nella Bibbia, si riferisce proprio al tradimento della comunione originaria. Non solo nella vita di coppia, nel significato morale a cui l’adulterio ci fa immediatamente pensare; ma nel significato sostanziale di compromissione dell’identità dell’uomo, del suo essere fatto per la comunione con Dio e con il prossimo. Senza la vita della comunione, è come una mutazione genetica: si diventa disumani… Nessuno si salva da solo, nemmeno Dio salva da solo: impegna tutta la Trinità. Si muovono in tre per andare in soccorso dell’uomo che affoga nell’abisso della morte: «Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio» (Gv 3,16-18). C’è il Padre, il primo della triade: è Lui che manda il Figlio per salvare l’umanità perduta. C’è il Figlio, il secondo dei tre: è Lui, fisicamente, a calarsi come il soccorritore. Il primo manda e il secondo parte per amore: e l’Amore è la terza persona, lo Spirito Santo. Non fa nulla di testa sua, il Padre, senza la solidarietà del Figlio; non fa nulla il Figlio, senza l’avvallo del Padre e se non c’è l’amore reciproco a spingerli, quello che chiamiamo Spirito.

Sono in tre ma paiono un tutt’uno, sono un tutt’uno. Sono il più grande imbarazzo nella storia di quaggiù, dove uno più uno più uno fa tre. “Sommare”, però, non è l’operazione del Cielo: “moltiplicare” (per poi condividere) è ciò che accade nella Trinità. Uno per Uno per Uno farà sempre Uno! Moltiplicare per poi condividere è il marchio di fabbrica della Trinità: essere per gli altri. E a immagine e somiglianza di Dio uno e trino, dove ognuna delle Persone Divine è per gli altri, e tutte insieme sono per l’uomo, così è la Chiesa, comunità dei credenti: tutte le sue membra riunite in un solo corpo, le une per le altre, e insieme nella missione di mostrare l’amore di Dio a chi è provato dalla vita o si è allontanato da questo amore, o non l’ha mai conosciuto.

Perché la Trinità non si compiace di rimanere chiusa in se stessa. E’ missionaria. Così la Chiesa, che non aspetta che chi vuole venga, ma esce da se stessa per andare incontro ad ogni uomo.

don Andrea