Insieme

Unita, libera e lieta

«In questo tempo di prova e di grazia la proposta pastorale intende convocare la comunità cristiana perché non si sottragga alla missione di essere un segno che aiuta la fede e la speranza, proponendo il volto di una Chiesa unita, libera e lieta come la vuole il nostro Signore e Maestro Gesù, che è vivo, presente in mezzo a noi come l’unico pastore e che vogliamo seguire fino alla fine, fino a vedere Dio così come egli è».

“Unita, libera, lieta. La grazia e la responsabilità di essere Chiesa”: è il titolo della lettera pastorale del vescovo Mario per il nuovo anno pastorale, iniziato l’8 settembre, festa di Maria Nascente, a cui il Duomo di Milano è dedicato.
Nella sua lettera, il vescovo ci invita a vivere il «tempo che viviamo» con l’«inedita tribolazione» della pandemia, come «occasione per praticare la speranza, testimoniare la carità, restare saldi nella fede», imparando a «pregare», a «pensare», a «prendersi cura», a «sperare oltre la morte».

La proposta pastorale per quest’anno è «l’anno liturgico» e la Parola offerta come «lampada per guidare i nostri passi» lungo l’anno pastorale sono i capitoli 13-17 del Vangelo di Giovanni, le pagine in cui Gesù dialoga con i discepoli prima della Passione, attorno alla tavola dell’ultima cena.

Mentre richiama l’insegnamento del papa sul tema della gioia, il vescovo annota come «celebrazioni tristi, grigie, noiose sono forse il segno di comunità tristi, grigie, noiose» e invita le comunità ad una rinnovata cura delle celebrazioni, ricordando che «la gioia cristiana non è un’emozione ma più profondamente un habitus che dona energie spendibili nella vita di ogni giorno, a livello individuale, familiare e sociale».

La via è tracciata. Abitati dal desiderio di “ripartire” che ci accende, incoraggiamoci a vicenda a vincere l’inerzia che l’anno passato ci ha lasciato ad-dosso. Diamo valore a ciò che siamo e che abbiamo, e lasciamoci condurre dallo Spirito Santo sulle strade sempre nuove che Lui ci indica. E ritorniamo con slancio rinnovato a diventare protagonisti della nostra vita e nella vita della comunità cristiana.

don Andrea