Insieme

Crediamo nella resurrezione dei morti

Celebrare la festa di Tutti i Santi e la memoria di tutti i defunti insieme, è il modo con cui la Chiesa ci accompagna a contemplare il destino di gloria che Dio Padre ha donato a suo Figlio Gesù entrato nella morte, e che, per la forza del suo amore, dona a ciascuno dei suoi figli, che credono in Lui. Questo è ciò che crediamo e affermiamo ogni volta che celebriamo le esequie cristiane di una persona che muore.

La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie, la Chiesa prega che i suoi figli, incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita e, debitamente purificati nell’anima, vengano accolti con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la resurrezione dei morti. (Rito delle Esequie, 1)

L’evento della morte, oggi, è vissuto in modi diversi dai parenti dei defunti e dalle comunità cristiane, e talvolta sentito come un fatto privato. Accanto a situazioni che interrogano e spesso lasciano costernata una comunità, ci sono situazioni dove l’esperienza della morte passa quasi inosservata, e altre in cui la comunità cristiana viene volontariamente esclusa dai congiunti, che scelgono di vivere in forma privata il loro lutto. E’ capitato anche nei nostri paesi che non vengano affissi gli annunci di morte, e che non venga chiesto di celebrare il funerale in chiesa. E capiterà ancora. A volte i funerali diventano più un atto dovuto che una celebrazione con motivazioni spirituali e di fede: i congiunti spesso sono lontani da una fede vissuta e praticata nella comunità cristiana. Questi segni di cambiamento non devono lasciarci indifferenti o trovarci rassegnati. Come comunità cristiana possiamo innanzi tutto noi rimetterci di fronte alla realtà del morire per affrontarla alla luce della speranza cristiana, guidati dalla Parola di Dio, per rafforzare la nostra fede. E poi renderci conto di quanto il momento della morte sia un’occasione preziosa per farci vicini e per testimoniare la fede cristiana nella vita oltre la morte e della resurrezione dei corpi, con la visita nelle case dei defunti dove possiamo invitare a una preghiera, e la celebrazione comunitaria delle esequie.

La consegna dei propri cari a Dio con la celebrazione del funerale esprime la fede e il legame della comunità cristiana con il Signore risorto, vincitore della morte. Gesù ha vissuto, come i nostri defunti, l’esperienza drammatica della sofferenza e della morte e proprio la fede nella vita eterna e nella risurrezione dei morti spinge noi Chiesa a prendersi cura dell’uomo nella sua interezza. Sono il Signore Gesù e la Chiesa che presentano i defunti al Padre misericordioso, offrendo il suffragio col Sacrifico Eucaristico, e attraverso i segni e le parole della fede ne onorano i corpi che, segnati dalla morte, saranno risvegliati per essere trasfigurati ad immagine del Cristo glorioso (Fil 3,21). (La pastorale delle esequie nel patriarcato di Venezia, 9 dic. 2021)

Un’altra riflessione merita la destinazione del corpo del defunto. I cristiani onorano il corpo dei defunti custodendoli nei cimiteri, luoghi del riposo in attesa della risurrezione finale. Visitandoli, custodiamo viva la memoria dei nostri defunti, perché crediamo che ci rivedremo nella vita nuova nella quale Gesù risorto introdurrà anche noi. La visita e i gesti di cura del sepolcro continuano oltre la morte l’affetto che ci ha legati in vita. Con il corpo, infatti, viviamo la vita e le relazioni, e queste rimangono vive in Gesù risorto anche se la soglia della morte ci separa. Se pensiamo ai morti delle guerre, ai loro corpi rimasti insepolti o gettati nelle fosse comuni, o ai corpi dei profughi dispersi in mare, proviamo dolore per tutti coloro che non hanno un luogo dove vivere la memoria dei loro cari. Il cimitero è il luogo della preghiera della comunità, dove si prega ciascuno per i propri morti e dove si eleva a Dio il suffragio per tutti i defunti. E’ per questo che la Chiesa invita a custodire anche le ceneri non nelle case private, ma nei cimiteri, ed è per questo che riconosce non secondo lo spirito cristiano la dispersione delle ceneri. Ritroviamoci ancora insieme a pregare sulle tombe dei nostri cari e rafforziamoci vicendevolmente nella fede nella vita eterna.

don Andrea